testi Yannis Ritsos
ideazione Marianne Pousseur & Enrico Bagnoli
musiche originali Marianne Pousseur
regia, spazio e luci Enrico Bagnoli
suono e ambientazioni Diederick De Cock
interpretazione Marianne Pousseur
collaborazione artistica Guy Cassiers e Josse de Pauw
costumi Christine Piqueray
assistente alla regia e alla scenografia Ilaria Mozzambani

Compagnia Khroma
coproduzione Théâtre de Liège, Théâtre des Tanneurs
con la collaborazione di Brigittines e della Maison des Cultures et de la cohésion de Molenbeek
con il sostegno del Ministère de la Communauté français Wallonie-Bruxelles, service du Théatre

Durata 1h

Spettacolo in francese con sottotitoli in italiano

Prima nazionale

Marianne Pousseur è una tra le più acclamate interpreti di musica contemporanea, ed Enrico Bagnoli è light designer e scenografo che inizia la sua carriera già nel 1985 collaborando per molti anni con Thierry Salmon. I due artisti fondano nel 1990 la compagnia Khroma con cui rivendicano il concetto di teatro musicale, ricercando una totale fusione fra linguaggio visivo, musicale e teatrale.Dopo Ismène, che ha visto il suo debutto proprio a VIE nel 2008, prosegue la ricerca artistica di Marianne Pousseur e Enrico Bagnoli sull’opera del poeta greco Yannis Ritsos e sul rapporto maschile/femminile nella mitologia greca; Phèdre è il secondo capitolo di un trittico dedicato alle poesie di Ritsos che terminerà nel 2015 con Ajax. 
La Fedra di Yannis Ritsos è una donna di successo che si innamora all’improvviso di Ippolito, molto più giovane di lei. Fra i due si instaura un amore quasi filiale ma allo stesso tempo colpevole, sporco e impuro che fa emergere con forza il tema della ‘purezza’ accanto a quello della femminilità.
Fedra è vittima di una situazione che la opprime, la imprigiona e che la condurrà tragicamente verso una fine crudele. Circondata da macchine che vivono in autonomia, Fedra si muove su una scena che si fa corpo vivo, animata da fantasmi e macchine infernali che diventano un’eco e una proiezione di Fedra stessa, divisa fra amore accecante, assoluto e il disprezzo per la vita stessa di Ippolito. In scena buio e luce, calma delirante e rumore silenzioso costituiranno lo spazio non solo fisico ma anche psichico in cui si muoverà Fedra.

Fedra, una corsa contro il tempo, riflessioni sulla forma visiva.
Fedra è vittima di una situazione che la imprigiona, è come un uccello ingabbiato. Ogni azione, ogni decisione la impiglia di più. È un vicolo cieco. Solo la morte può risolvere la sua situazione, ma come ha detto Ritsos, arriva troppo tardi. Il primo concetto visivo è quello di una gabbia. Può essere una gabbia sonora, immaginaria o virtuale, ma è sempre una gabbia.
Il secondo concetto è quello della durata. Quando lo spettacolo inizia, Fedra ha già preso la sua decisione, ha già scritto il finale. Un oggetto simbolico, come una grande clessidra, permette al pubblico di vedere il passare del tempo. Con l’ultimo granello di sabbia lo spettacolo finisce e si compirà l’atto finale.
Anche gli elementi scenici dovranno avere una scadenza. Ghiacci che si sciolgono, materia che si bagna e si decompone, acqua che si trasforma in vapore. Durante tutto lo spettacolo lo spazio si trasforma. Una scenografia ‘temporale’. Un grande orologio appeso al soffitto segna lo spazio e il tempo. I fenomeni fisici (luce, suono) si sviluppano con calma: sono fatali, irreversibili… Noi vediamo la nascita e la crescita, e non è possibile accelerare o ritardare gli eventi. L’uso di fenomeni naturali sottolinea l’inevitabilità della decisione di Fedra. (…) Vi è un costante senso di pericolo, non solo visivo. Gocce che cadono su pannelli ardenti, suoni e movimenti sinistri del ghiaccio che si rompe, la scenografia nel suo complesso dovrebbe vivere di vita propria. Lastre di metallo e sculture di ghiaccio sospese si scontrano con oggetti creati per questo scopo, una scenografia creata da macchine autonome. Gli spazi fisici e sonori definiscono insieme il trascorrere del tempo. La scena verrà popolata in alcuni momenti da ombre in moto. Le ombre che ricorrono nella poesia di Ritsos hanno vita indipendente, mentre lei si muove nella stanza e loro si moltiplicano spontaneamente. La luce, con una tecnica simile a quella del montaggio cinematografico, ha la funzione di guidare la narrazione. Lei guiderà la concentrazione e lo sguardo dello spettatore da un primo piano – una mano, uno sguardo, un’espressione del viso – alla scena intera. La luce sarà Caronte che condurrà lo spettatore nel viaggio dal mondo reale al mondo psichico.

www.khroma.eu

Biografia

Enrico Bagnoli e Marianne Pousseur

Enrico Bagnoli

Enrico Bagnoli inizia a lavorare in teatro e all’opera negli anni ‘80 come scenografo e light designer.
Le sue prime produzioni all’opera sono Tosca e Boheme al festival pucciniano di Torre del Lago nel 1985.
Ha collaborato con il regista Thierry Salmon per tutti i suoi spettacoli, tra cui Le Troiane (1987), A. da Agata (1986), I Demoni (1992) e Faustae Tabulae (1995). Ha lavorato negli anni ’90 con Sosta Palmizi, Raoul Ruiz, Elio De Capitani, Ferdinando Bruni, Amos Gitai, Andrea de Rosa. Ha fatto parte del team di Jacques Delcuvellerie e Isabelle Pousseur. Con Luk Perceval, ha partecipato a numerose produzioni, a partire da Ten Orloog (1997) fino al Macbeth (2004).
Enrico Bagnoli collabora regolarmente con il Ro Theater di Rotterdam, il Muziek Lod di Gent, il Toneelgroep Amsterdam, ed il Toneelhuis di Anversa. Dal 1998 inizia una stretta collaborazione con Guy Cassiers. Da quel momento, ha partecipato a quasi tutte le creazioni del regista di Anversa, nel ruolo di “vormegever” ovvero responsabile della forma visiva, scenografo e light designer. In particolare: per De Sleutel (1998), The woman who walked into doors (2001), il progetto Proust (2003-2005), Hersenschimmen (2005), il Trittico del Potere – Mefisto (2006), Wolfskers (2007), Atropa (2008) – Sotto il Vulcano (2009) e la Casa delle belle addormentate (2009), L’uomo senza qualità di Musil (2010), Sous le volcan et The House of sleeping beauties (2009), Sang et Roses, Cour d’Honneur du Festival d’Avignon (2011), Musil 2 (2011) heart of Darkness (2011), Musil 3 (2012), Das Rheingold; opera di Richard Wagner Teatro Alla Scala (2010), Die Walkure; opera di Richard Wagner Opening inaugurazione della stagione del Teatro Alla Scala (7 December 2010), Siegfried; opera di Richard Wagner Teatro Alla Scala (2012) Gotterdammerung (2013).
Con Sidi Larbi Cherkaoui, e collaborato a Una storia del mondo in dieci capitoli e mezzo (2007) e Origine (2008). Con Josse de Pauw: De Gehangenen (2011), Huis (2014).
Enrico Bagnoli è inoltre regista ed insieme a Marianne Pousseur ha fondato la compagnia Khroma. Dal 1990 ad oggi ha messo in scena diverse creazioni di teatro musicale tra cui: Songbooks di John Cage (1996), Il Canto delle tenebre(1997), L’Enfant et les sortilèges di Ravel (2001), Peer Gynt (2005), Ismene di Yannis Ritsos, un’opera per voce sola con la musica originale di George Aperghis (2008). Per questo spettacolo Bagnoli ha ricevuto il premio dalla critica teatrale belga nel 2009 come migliore scenografia e luci. Lo spettacolo è stato presentato in vari festival internazionali come Musica a Strasburgo, GMEM a Marsiglia, Ars Musica a Bruxelles ed il Festival d’Automne a Parigi. L’ultima creazione della compagnia Khroma è Phedre di Yannis Ritsos (2013).
Enrico Bagnoli ha anche creato l’illuminazione per mostre, installazioni multimediali e come consulente per diversi architetti. Dal 1990 ha sviluppato un software per il controllo della luce e multimediale che è distribuito ed installato in oltre 95 nazioni.
Ha collaborato alla progettazione e realizzazione illuminotecnica per “11 ponti di Chicago” (1999), e per l’Aeroporto di Los Angeles (2000), il monumento di indipendenza del Turkmenistan (2000).
Ha concepito e realizzato una tastiera dinamica per la realizzazione della partizione di luci e colori del Prometeo di Scriabin, con l’Orchestre Philharmonique de Liège con la direzione di Pierre Bartholomèe. (1995). Nel 2004 la città di Bruxelles gli chiede di realizzare una nuova versione del Son et Lumieres per la Grand Place. Nel 2008, la città di Gand lo nomina curatore del Festival delle luci, che si terrà a Gand a partire dal 2011.
Tra il 2010 e il 2013, creerà la scenografia e le luci di una nuova produzione di Der Ring des Nibelungen di Richard Wagner al Teatro alla Scala di Milano e alla Staatsoper di Berlino, in una nuova produzione diretta da Guy Cassiers e con la direzione musicale di Daniel Barenboim Per la creazione scene e le luci di questo spettacolo Enrico Bagnoli riceve il Premio Abbiati 2014.

Marianne Pousseur

Mentre studia canto classico e musica da camera presso il Conservatorio di Liegi, Marianne Pousseur ha cantato in vari gruppi musicali diretti da Philippe Herreweghe, Collegium Vocale e La Chapelle Royale.
Partecipa simultaneamente in diversi spettacoli del Théâtre du Ciel Noir diretto da Isabelle Pousseur. La versione teatrale di Pierrot Lunaire di Arnold Schoenberg è stato un film con Ensemble Musique Oblique sotto la direzione musicale di Philippe Herreweghe, e un disco per Harmonia Mundi France.
Si esibisce regolarmente con gruppi come l’Ensemble Schoenberg a L’Aia, (direzione Reinbert de Leeuw), Remix Porto, Die Reihe Vienna, e molti altri e con l’Ensemble Intercontemporain, in particolare sotto la direzione di Pierre Boulez, in un repertorio sostanzialmente orientato al XX secolo, la creazione e il teatro musicale. E stata invitata al Festival d’Automne di Parigi per interpretare Infinito Nero di Salvatore Sciarrino, è anche un attrice in Lohengrin con l’Ensemble Intercontemporain con ASKO (Amsterdam), con l’Ensemble Risognanze (Milano); Con questa ultimo si segnala particolarmente il lavoro per l’etichetta “Col Legno”, pubblicato nel 2008. Questa registrazione ha vinto il Midem Classical Awards 2009 a Cannes.
La sua esperienza teatrale gli permette di essere attrice recitante in grandi opere sinfoniche come Psiche da César Franck e Peer Gynt di Grieg in una versione da concerto con la direzione di Kurt Masur con l’Orchestra National de France e la London Philharmonic Orchestra. In collaborazione con Enrico Bagnoli, ha messo in scena diverse creazioni di teatro musicale sono: Songbooks e di John Cage Canto delle tenebre, uno spettacolo costruito da canzoni di Hanns Eisler e Bertolt Brecht. Babar di Poulenc, con la direzione di Osvaldo Sallaberger. Con gli stessi collaboratori, ha prodotto anche una messa in scena di L’Enfant et les sortilèges di Maurice Ravel.
Per lei George Aperghis ha composto nel 2004, Dark Side, creato ad Atene con l’Ensemble Intercontemporain. E ‘stato dopo questo, decidono di lavorare insieme di nuovo su Ismene poesia di Yannis Ritsos, trasformato in un’opera per voce sola e ha creato in autunno 2008.Questo spettacolo è stato premiato nel 2009 dalla critica teatrale belga ed è presentato in vari festival internazionali come Musica a Strasburgo, GMEM a Marsiglia, Vie a Modena ed il Festival d’Automne a Parigi.

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