da Eschilo
adattamento Martina Folena
tutor Antonio Latella e Linda Dalisi
assistente alla regia Martina Folena
regia Antonio Latella

personaggi e interpreti
la Pizia
Giuliana Vigogna
Apollo Gianpaolo Pasqualino
Oreste Christian La Rosa
Clitemnestra Ilaria Matilde Vigna
Coro Erinni Isacco Venturini e Alessandro Bay Rossi
Atena Barbara Mattavelli
Pilade Andrea Sorrentino
Tantalo (capostipite) Isacco Venturini
Agamennone Leonardo Lidi
le Moire Alessandro Bay Rossi
Tantalo e Plistene (figli di Tieste) Isacco Venturini  e Alessandro Bay Rossi
Menelao Ludovico Fedegni
Elena Barbara Chichiarelli
Elettra Marta Cortellazzo Wiel
e con Mariasilvia Greco, Alexis Aliosha Massine, Federica Rosellini, Emanuele Turetta

drammaturghi al progetto Federico Bellini e Linda Dalisi

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

Durata 1h
Spettacolo in italiano con sovratitoli in inglese

nell’ambito del progetto Alla Scuola di Prospero. Attori nella rete globale

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Santa Estasi è il progetto vincitore del Premio della Critica per avere “segnato la scorsa stagione”. Il progetto è diretto da Antonio Latella, recentemente nominato Direttore della Biennale Teatro di Venezia. Gli attori e i drammaturghi guidati da Latella durante la scuola di Alta Formazione di ERT, hanno lavorato sul mito e sulle vicende della stirpe degli Atridi. Il risultato è stata la costruzione di un unico grande spettacolo diviso in otto movimenti che danno vita a quella che è stata definita ‘un’estasi teatrale’.

Eumenidi

Guardami, Oreste, guardami in faccia
lasciati stringere da questi miei lacci
lascia che morda le vene del polso
lascia che succhi il tuo sangue denso
lascia che arrivi questo grande dolore
lascia che bruci la tua carne mortale
Tempo che invecchia non passa e non cura
Tempo è condanna per chi soffre paura
Io offro le ali per prendere il volo
ma prima accompagnami nel sottosuolo.

Oreste ha ucciso la madre e l’amante della madre, è stato condannato a morte dalla sua città natale, ha tentato il colpo di Stato, ha rapito sua cugina e minacciato di dare fuoco al palazzo. Noi lo incontriamo adesso: con le mosche nel cervello, perduto nel mondo dei sogni.
Eumenidi significa “le benevole”. È l’appellativo con cui la dea Atena rinomina le Erinni, terribili creature ancestrali dedite alla vendetta degli omicidi famigliari, placate solo dalla promessa di essere venerate nella città di Atene. Eschilo scrisse Eumenidi, capitolo conclusivo della trilogia dell’Orestea, come monito alla città di Atene scossa dai cambiamenti politici: era necessario che le antiche tradizioni fossero assimilate dall’ordine nascente per creare un nuovo equilibrio.
In tutto ciò Oreste, il matricida, restava quasi muto, trasognato, in balia degli dèi. È nel suo punto di vista che vogliamo calarci riscrivendo Eumenidi.
La punizione divina è un delirio autoinflitto, un travaglio che Oreste deve attraversare per diventare uomo.
“Pàthei màthos” scrive Eschilo: attraverso il dolore la conoscenza. Le Erinni sono un pensiero fisso, ma sono benevole perché costringono a guardare in faccia il proprio dolore e ad accettarlo dentro di sé: una consapevolezza che porta libertà.
Nel suo Appunti per un’Orestiade africana, Pasolini definisce le Erinni “dee del sogno”. È il mondo dei sogni il luogo dell’incontro di tutti i fantasmi che popolano il palazzo di Argo, costruito sulle ossa dei due bambini che il patriarca Atreo uccise e servì come banchetto al padre degli stessi. Oreste è l’ultimo erede della maledizione degli Atridi: sangue chiama sangue, la condanna originaria che finora ha governato la vita di tutti e anche di Oreste. Per liberarsi Oreste deve affrontare i propri mostri laddove li ha nutriti per anni. Nel mondo dei sogni c’è la soluzione.
Il testo di Eschilo diventa quindi il punto di partenza per un altrove. Attraverso una riscrittura in versi, in parte fedele all’originale e in parte pura invenzione, questo viaggio nel mondo dei sogni condurrà Oreste a superare di gran lunga quei limiti che l’eroe del mondo antico doveva onorare. L’attraversamento del dolore lo condurrà a ben altra consapevolezza, spingendolo ad un nuovo colpo di stato, stavolta nei nostri confronti.
Martina Folena

Santa Estasi, il progetto

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